“Delitto Neruda”: l’impossibile morte naturale del poeta ricostruita al Casale della Massima a Roma
Domenica 18 settembre 2022 alle 17.30 presentazione del libro pubblicato da Chiarelettere al Festival della lettura e della letteratura 9daleggere, in Via Alfonso Gatto 39, promosso dal 9° Municipio Roma Eur, con la direzione artistica di Tea Ranno. La conversazione si svolge con Massimo Gazzè, presidente della Consulta della Cultura del 9° Municipio. Con la collaborazione della Libreria del Sole di Francesca Di Nardo.
L’evento, che battezza il restauro dell’antica costruzione all’interno di una vasta area verde alberata nel quartiere Laurentino, è dunque l’occasione per il racconto dei fatti e delle testimonianze sulla fine di Pablo Neruda in coincidenza con l’anniversario della morte. Questa avvenne il 23 settembre 1973, appena dodici giorni dopo l’insediamento della dittatura militare in Cile, e fu subito attribuita dalla versione ufficiale a un tumore. Ma in seguito a una vasta inchiesta internazionale, “Delitto Neruda” pagina dopo pagina, documenti alla mano, arriva alla conclusione indicata sulla copertina: “Il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet”.
Il festival si apre con la Cerimonia per la collocazione della targa intitolata a Pier Paolo Pasolini, in via Eufrate 9, all’esterno della sua ultima abitazione, con gli interventi di Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale, e Titti Di Salvo, presidente del 9° Municipio. A 9daleggere partecipano fra gli altri Ritanna Armeni, Carola Carulli, Valentina D’Urbano, Daniele Mencarelli, Giulio Perrone e Romana Petri.
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La scheda del libro di Roberto Ippolito “Delitto Neruda” (Chiarelettere), sottotitolo “Il poeta Premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet”
Cile, 11 settembre 1973, l’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. A dodici giorni dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso.
Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.
Il libro è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.
La fascetta
“Il mondo deve sapere la verità sulla morte di mio zio Pablo”
Rodolfo Reyes, nipote di Pablo Neruda
Dalla copertina
“Chi uccide un poeta uccide la libertà. Roberto Ippolito firma un’inchiesta stringente e appassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda”
Giancarlo De Cataldo
“Ippolito raccoglie i fatti e li processa, li ricompone, li inchioda. Sembra di essere davanti a una fedele applicazione del principio pasoliniano del sapere fondato sulla ricerca intellettuale. Solo che qui ci sono anche le prove”.
Diego De Silva
Dall’ultima di copertina
– Cerchi pure, capitano! Qui c’è una sola cosa pericolosa per voi.
– Cosa?
– La poesia!
Pablo Neruda a un ufficiale durante la perquisizione a Isla Negra, tre giorni dopo il colpo di stato del 1973
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