12 gennaio 2012
di Roberto Ippolito
Lì per lì le parole possono sembrare scontate. E quindi noiose. Tuttavia è il caso di leggere con attenzione la citazione: “La visita del fisco fa lievitare gli incassi di commercianti e artigiani. I guadagni di chi viene scoperto a non emettere lo scontrino o la ricevuta ‘lievitano’ subito dopo i controlli del fisco. I corrispettivi aumentano significativamente con punte anche di oltre tre volte la situazione precedente”.
Queste frasi portano la firma dell’Agenzia delle entrate. Facile pensare che siano state scritte dopo il suo blitz del 30 dicembre a Cortina che ha prodotto la miracolosa moltiplicazione dei fatturati. Invece si tratta dell’estratto di un documento del lontano agosto 2007 basato su uno studio della direzione regionale delle Marche. Che gli incassi (visibili al fisco) aumentino dopo le ispezioni insomma non è una novità.
Così come non è una novità che troppe volte a un magnifico tenore di vita corrispondano redditi (dichiarati al fisco) miseri. Non può dunque sorprendere che a Cortina nell’operazione del 30 dicembre siano stati individuati 42 proprietari di auto di lusso titolari di un reddito inferiore e anche di molto ai 30mila euro lordi. Se Cortina avesse l’aeroporto forse sarebbe stato identificato anche qualcuno dei 518 italiani che, come risulta dai dati dell’anagrafe tributaria, possiede un aereo ma ha un reddito inferiore ai 20 mila euro lordi (e forse un’ispezione, anche piccola piccola, in un aeroporto non guasterebbe).
Non bisogna poi meravigliarsi per la conferma del proverbio: chi cerca trova. A novembre il prefetto di Modena Benedetto Basile ha reso noto che grazie a 1.200 ispezioni effettuate per combattere il lavoro nero in 585 casi sono state riscontrate irregolarità:
un’impresa su due sottoposte a verifiche non è stata trovata a posto. Sempre per contrastare il sommerso e sempre a novembre, la guardia di finanza ha visitato a Palermo e provincia, in modo mirato, 24 esercizi commerciali e li ha trovati tutti in difetto.
Il blitz a Cortina dell’Agenzia delle entrate, anche se può apparire come un atto dimostrativo, ha fatto lievitare gli incassi registrati, ha smascherato finti poveri, ha scovato evasori. Anche se il clamore è stato eccezionale, è accaduto esattamente quello che accade quando si svolgono gli accertamenti (purtroppo diventati molto insufficienti negli ultimi anni). In fondo, messe da parte le proteste di certi settori politici e l’irritazione di chi non ama essere controllato, è stata scoperta l’acqua calda.