scavi di Pompei. Per esempio quattro muratori sono stato trovati al lavoro accanto alle rovine teatro di tanti crolli negli ultimi tre anni. Non cercavano però di rimediare al degrado. Sono stati invece scoperti impegnati a costruire una villa di duecento metri quadrati con il tetto spiovente. Per la precisione una villa abusiva dal momento che l’area, patrimonio dell’umanità Unesco, è protetta e non è edificabile.
I carabinieri coordinati dal maresciallo Tommaso Canino hanno perciò bloccato i lavori in via Civita Giuliana, ad appena settanta metri di distanza dal sito archeologico. La proprietaria, di cui si conoscono le sole iniziali A.D., e i quattro muratori sono stati denunciati.
Un caso eccezionale? No. Gli stessi carabinieri hanno individuato anche altri due casi di abusivismo nel sito di Pompei, tutti nel
gennaio 2013: una villa di 150 metri quadrati completata ma non ancora abitata e una di 250 metri quadrati perfettamente rifinita e già abitata. Anche i loro proprietari sono stati denunciati. E tutti e tre gli immobili sono stati sequestrati.
Con l’intervento dei carabinieri, gli abusivi devono perciò giustamente dire addio al sogno proibito della camera con vista sugli scavi. Con un paradosso: mentre loro pensavano di poter guardare tutti i giorni le domus della straordinaria area, i visitatori stentano ad arrivare. Forse non hanno troppa voglia di vedere Pompei in condizioni tutt’altro che eccellenti: i dati sugli ingressi sono sconfortanti.
Del resto, secondo indiscrezioni, la delegazione dell’Unesco che ha compiuto un sopralluogo dal 7 al 10 gennaio ha constatato l’estrema criticità della situazione. I francesi Jean-Paul Adam e Alix Barbet e l’inglese Christopher Young, come scrive “Il Sole 24 Ore”, sono stati molto colpiti da tanti aspetti, come la carenza di personale, in particolare di tecnici, o la scarsa formazione dei custodi. Ma soprattutto sono rimasti sorpresi per l’estrema lentezza dell’utilizzazione dei 105 milioni di euro concessi dall’Unione Europea per il restauro. E non si sa se hanno notato la contraddizione fra il ritardo dei lavori necessari e il fervore di quelli abusivi.
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