Roberto Ippolito Ignoranti Paolo Fallai Corriere della Sera 30 giugno 2013
Roberto Ippolito Ignoranti Paolo Fallai Corriere della Sera 30 giugno 2013

Indignazione: è la parola chiave, fondamentale. L’editoriale di Paolo Fallai, sul “Corriere della Sera” nelle pagine di Roma di domenica 30 giugno 2013, è intitolato proprio “Se anche il sottosegretario ricorda il valore dell’indignazione” e l’occhiello fa presente che si tratta di concetti espressi “presentando ”, il libro di Roberto Ippolito pubblicato da Chiarelettere.

Il sottosegretario è Ilaria Borletti Buitoni, che ricopre l’incarico al ministero dei beni culturali. Inaugurando con Ippolito e “Ignoranti” il festival Caffeina a Viterbo, ha affermato che di fronte al degrado della cultura in Italia “dobbiamo recuperare la capacità di esprimere la nostra indignazione”, sentimento giudicato importante nel suo intervento e scaturito proprio dalla lettura del volume. Ma questa capacità non si manifesta come avviene. Per esempio, si legge sul “Corriere della Sera”, la Borletti Buitoni ha raccontato a Caffeina di essere andata a Villa Adriana a Tivoli e di essere “stata accolta da una montagna di rifiuti” aggiungendo: “Pensavo alla ribellione dei cittadini e invece niente”.

Paolo Fallai giudica la sua indignazione “completamente condivisibile”. E commenta: “è vero che” il sottosegretario ha parlato “durante la presentazione di quel della nostra arretratezza che è il libro di Roberto Ippolito” che, “da quando è uscito, continua a seminare la giusta indignazione ad ogni incontro”. Poi Fallai prosegue: “Ma questo non toglie spessore e significato alle parole del sottosegretario. E aumenta l’attesa rispetto a quello che possiamo aspettarci dal ministero per i beni culturali”.

Facendo quindi riferimento alla constatazione di Ilaria Borletti Buitoni secondo cui nel suo nuovo ruolo “è tutto mille volte più difficile di quanto immaginavo”, Fallai afferma che “la consapevolezza è un passo importante e come ha detto Roberto Ippolito ”.

Da qui, sul “Corriere della Sera”, la conclusione del suo editoriale: “Prendiamo come una promessa l’ultima affermazione del sottosegretario: ”.


 


 

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