Si torna indietro. Si pesca nella memoria. Si ritrovano situazioni, luoghi. Sulla poltrona di sinistra c’è il maestro della fotografia Gianni Berengo Gardin. Su quella di destra Roberto Ippolito, ideatore e curatore della rassegna “Nel baule” con la quale i protagonisti della cultura, grazie ai libri con le proprie storie professionali e personali, raccontano fino a ottobre se stessi al Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo,.
È il primo appuntamento, alle 19.00 di giovedì 10 luglio 2014, nella piazza di questa istituzione dove la memoria si salda con l’avanguardia, nel palco allestito nella grande parete con sfere di plastica riciclata installata per l’estate e vincitrice della gara internazionale Yap per architetti under 35.
Arriva in scena Silvia Siravo, infila le mani nel baule e tira fuori una pagina estratta da “Il libro dei libri” di Berengo Gardin, appena pubblicato da Contrasto. È un testo dello scrittore e regista Mario Soldati, suo amico, che trasmette le sensazioni provate nel vedere Venezia ritratta da lui, quando “ogni cosa era come prevista e sognata”.
Berengo Gardin, che è nato a Santa Margherita Ligure e si è diviso tra Milano, Roma e Parigi, l’ama: “Mi sento veneziano, mia moglie è veneziana e anche i miei figli. Per tre generazioni la mia famiglia ha avuto un negozio in Calle Lunga San Marco di vetri e perle veneziane. Abbiamo chiuso nel’ 70 perché c’era una concorrenza bestiale dei banchetti e poi della paccottiglia di maschere fatte a Taiwan e delle cianfrusaglie prodotte in Cina”. Ippolito gli parla delle grandi navi da crociera che stazionano incollate a Piazza San Marco: “Venezia oggi è offesa da una presenza così ingombrante” dice.
La paura si fa strada nelle parole di Berengo: “Con l’incidente avvenuto a Genova l’anno scorso ci sono stati dei morti e una nave ha abbattuto una costruzione. Se succedesse qualcosa di simile a Venezia, verrebbe distrutto qualcosa che non è possibile rifare. Il pericolo è enorme, oltre all’inquinamento visivo e ai danni prodotti ai fondali dove ci sono le fondamenta in legno della città”.
L’incontro al Maxxi, fa presente Ippolito, precede di ventiquattro ore l’inaugurazione a Milano, a Villa Necchi Campiglio, di “Mostri a Venezia”, ventissette immagini come sempre in bianco e nero che documentano lo sfregio delle grandi navi nella laguna. “È un lavoro di denuncia” spiega Berengo Gardin, che nel corso del dialogo si descrive come un testimone con la sua macchina fotografica, tradizionalissima perché detesta il digitale.
Giovanna Melandri, seduta in prima fila, si inserisce di slancio: “Portiamo qui la mostra, maestro”. La Melandri ci tiene a proporre un lavoro così importante. E a sostenere un tema che vuole agitare con forza. Il pubblico si appassiona. Accanto a lei c’è Roberto Koch, editore di Contrasto, artefice della mostra con la Fondazione Forma. L’invito è partito, così nella serata l’idea muove i primi passi al Maxxi. Qui si dà battaglia alle grandi navi a Venezia.
L’Italia e la sua cultura, gli incontri di una vita, Cesare Zavattini amato e Dario Fo “con il quale non so perché non ho legato”, la fotografia di Gabriele Basilico a cui il Maxxi ha dedicato subito dopo la morte una mostra ricca di suggestioni e la magnifica architettura di Renzo Piano: “Nel baule” propone uno dietro l’altro i ricordi di Berengo, alternando il dialogo alle letture di Silvia Siravo dei brani tratti da “Il libro dei libri”. Con il pubblico che si accalca facendo muro per fotografare lui. Il maestro della fotografia.
E i ricordi continuano! Giovedì 17 luglio, sempre alle 19.00, è Dacia Maraini a infilare le mani “Nel baule” per proporre con Ippolito le sue storie e i suoi affetti descritti con “Bagheria”, pubblicato con Rizzoli. Poi il 24 luglio è la volta di Lina Wertmuller, seguita il 31 da Chiara Valerio. Si riprende giovedì 18 settembre con Ferdinando Scianna. Quindi Pupi Avati il 25, Filippo La Porta l’8 ottobre e Gianrico e Francesco Carofiglio il 9.
Foto con Gianni Berengo Gardin. Oltre a lui: nella terza Silvia Siravo; nella quarta Valentina Notarberardino, Giovanna Melandri e Roberto Koch.
Guarda le gallerie fotografiche
{joomplucat:1 limit=2|ordering=random}