Cinquanta anni fa. La Rai mandò in onda “Il giornalino di Gian Burrasca” dal dicembre 1964. Otto puntate, un grande successo. Regista Lina Wertmuller che avrebbe poi avuto una folgorante carriera cinematografica dietro la cinepresa, da “Mimì metallurgico ferito nell’onore” a “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”.
Giovedì 24 luglio 2014 la Wertmuller sta ripercorrendo la sua storia professionale e anche quella personale con Roberto Ippolito, ideatore e curatore di “Nel baule, nello scenario d’avanguardia del Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo a Roma, con il palco allestito nella sua piazza all’interno della grande parete in legno con sfere di plastica riciclata realizzata dal collettivo Orizzontale vincitore della gara internazionale Yap per architetti under 35.
Dal baule vengono tirati fuori i ricordi della Wertmuller come degli altri protagonisti della cultura che partecipano all’evento. Rievocando “Gian Burrasca”, Ippolito fa notare che lei è anche l’autrice del testo della sua fortunata canzone “Viva la pappa col pomodoro”, con la musica del premio Oscar Nino Rota. “Lo confermo” sorride Lina Wertmuller accennando il motivo. L’attrice Nicoletta Della Corte ne ripropone un pezzetto, facendo immergere il tanto pubblico presente in un’atmosfera datata ma carica di suggestioni. “La musica è l’anima delle cose” commenta la regista.
È il gioco della memoria che si svolge in un luogo così proiettato in avanti come il Maxxi, presieduto da Giovanna Melandri. Gianni Berengo Gardin il 10 luglio e Dacia Maraini il 17 hanno animato i precedenti appuntamenti. Il prossimo, come tutti alle 19.00 a ingresso libero, sarà con Chiara Valerio, giovedì 31 luglio (con “Spiaggia libera tutti”, Laterza). Poi dopo la pausa di agosto, Ferdinando Scianna il 18 settembre, Pupi Avati il 25, Filippo La Porta l’8 ottobre, Gianrico e Francesco Carofiglio il 9.
In ogni incontro vengono tirati fuori da un vecchio baule, comprato a pochi euro a un mercatino e collocato accanto alle poltrone sul palco, brani dei libri scritti dagli stessi partecipanti e contenenti le proprie vicende: per la regista è “Tutto a posto e niente in ordine”, pubblicato da Mondadori. La conversazione condotta nel suo particolare salotto da Ippolito è alternata alle letture, in questa occasione, di Nicoletta Della Corte.
Si ricostruisce così la storia di una rompiscatole, come la Wertmuller si definisce: “Lo sono” ammette avvertendo che “quando una rompiscatole ha rotto le scatole ha compiuto il suo compito”. Dalla passione per il teatro all’affermazione internazionale nel cinema, vengono descritte le sue diverse tappe. Un’attenzione particolare a “Pasqualino Settebellezze”, film che ottiene quattro nomination per gli Oscar: lei è la prima regista al mondo ad averla ottenuta.
Si parla dei quei quaranta anni vissuti insieme con Enrico Job, il marito scenografo e costumista, “uno degli artisti più dotati che abbia mia conosciuto”. Da Federico Fellini, di cui è stata “complice” come sottolineato da Ippolito, a Giancarlo Giannini, Renato Rascel, Paolo Villaggio, si succedono nel racconto i compagni di strada. E quando lei nomina Mariangela Melato “che se n’è andata troppo presto”, scatta l’applauso commosso del pubblico.
Foto di Flaminia Nobili – Con Lina Wertmuller. Nella terza Nicoletta Della Corte. Nella penultima Hou Hanru e Giovanna Melandri.