La parola nostalgia non viene adoperata. Ma il rimpianto affiora. E diventa forte quando Piazza del Popolo figura al centro del discorso. “Rappresentava ancora alla fine degli anni Sessanta la vera dolce vita della cultura” rievoca Filippo La Porta, saggista e critico letterario, raccontando se stesso e Roma insieme. La Porta pesca i suoi ricordi “Nel baule”, la rassegna ideata e condotta da Roberto Ippolito, alle 19.00 di mercoledì 8 ottobre 2014 al Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo (via Guido Reni 4a, Roma; ingresso libero). Nel corso dell’incontro, il penultimo previsto dal programma, Matteo Taranto legge alcuni brani del suo libro “Roma è una bugia”, pubblicato da Laterza
L’ultimo appuntamento con i protagonisti della cultura impegnati a scavare nel proprio passato professionale e privato facendo leva su libri con “ricordi e autobiografie” è previsto il giorno dopo, giovedì 9 alla stessa ora, con lo scrittore Gianrico Carofiglio e il fratello architetto e regista Francesco, coautori di “La casa nel bosco”, Rizzoli. Agli incontri precedenti hanno partecipato Gianni Berengo Gardin, Dacia Maraini, Lina Wertmuller, Chiara Valerio, Ferdinando Scianna e Pupi Avati.
Alternando la conversazione con Ippolito alle letture proposte personalmente e da Matteo Taranto (tra i suoi lavori al cinema “Mine vaganti” con Ferzan Ozpetek e in tv “Il commissario Rex”), Filippo La Porta ricostruisce il proprio cammino descrivendo Roma e le sue trasformazioni: Piazza del Popolo “era il centro storico per me più affascinante e prestigioso”, punto d’incontro “di scrittori e artisti, di registi e dandy eccentrici, di produttori e sceneggiatori”. Si ritrovavano Elsa Morante, che abitava a due passi, in via dell’Oca, Anna Maria Ortese, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini e avevano familiarità con “i pittori della seconda scuola romana, quella degli anni Sessanta, di Mimmo Rotella, Tano Festa, Mario Schifano e Franco Angeli”.
Ma, si rattrista La Porta, “da allora la cultura si è piegata alle logiche dell’industria culturale o si è mummificata nell’accademia” e un incontro tra scrittori, architetti e artisti visivi “non si è più riproposto”. Anche Campo de’ Fiori l’induce a riflessioni negative: “Negli ultimi anni si è trasformata in un immenso pub notturno all’aperto, rissoso e sguaiato”, sostiene, mentre negli anni Settanta “somigliava a un grande anfiteatro, dove almeno un paio di generazioni di verbosi ribelli e di artisti falliti si è creduta, a torto o a ragione, protagonista di qualcosa”.
Accanto al vecchio baule usato che caratterizza la rassegna, nell’originale salotto di Ippolito allestito all’interno della grande installazione Yap in legno e plastica riciclata nella piazza del Maxxi, Filippo La Porta attraversa la sua vita e la sua città, fermandosi in particolare nei tre quartieri abitati: Parioli, Monteverde Vecchio e Pramide-Aventino. Ne esce un ritratto unico: “Qui sentite che la fine si avvicina e pur tuttavia non viene mai, perché Roma più che città eterna mi appare eternamente terminale”.
Andando in giro e “frequentando la sua gente, sempre più spesso mi capita di pensare a Roma come a una bugia”. Fra le ragioni di questa affermazione il fatto che la capitale “simula un’apocalisse sempre rinviata” o “finge una spiritualità che non le appartiene davvero” oppure “recita l’indifferenza nascondendo lo stupore” e “offre un palcoscenico per qualsiasi parte (tranne essere se stessi)”.
Questi i titoli proposti nei precedenti incontri “Nel baule”: Gianni Berengo Gardin “Il libro dei libri”, Contrasto; Dacia Maraini “Bagheria”, Rizzoli; Lina Wertmuller “Tutto a posto e niente in ordine”, Mondadori; Chiara Valerio “Spiaggia libera tutti”, Laterza; Ferdinando Scianna “Visti&Scritti”, Contrasto; Pupi Avati “La grande invenzione. Un’autobiografia”, Rizzoli.
Roberto Ippolito, scrittore e giornalista, ha conosciuto un nuovo successo con “Ignoranti”, pubblicato da Chiarelettere. È autore dei bestseller “Evasori” e “Il Bel Paese maltrattato”, entrambi editi da Bompiani. In precedenza ha pubblicato con Laterza. Organizzatore di eventi culturali, è il direttore editoriale del festival letterario di Ragusa “A tutto volume” e di “Libri al centro”, il primo evento di una settimana mai realizzato in un centro commerciale, Cinecittàdue a Roma. Ha curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”. E’ stato direttore della comunicazione della Confindustria e delle relazioni esterne dell’università Luiss, dove ha insegnato alla Scuola superiore di giornalismo.
Foto Flaminia Nobili
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