La mano destra è sempre la stessa. La mia. Quella che deve votare per scegliere la cinquina dei libri finalisti dell’edizione numero 74 del Premio Strega. È la mano di uno degli Amici della domenica, lo storico gruppo di giurati del riconoscimento letterario più importante. Nonostante la totale e ormai datata immersione del suo titolare nell’era internet, lei aveva un’abitudine o meglio provava un piacere: continuare a esprimere le preferenze con la scheda di carta, scartando la prevista alternativa di quello elettronico. Scheda da infilare nell’urna, sotto gli occhi del presidente del seggio ovvero del vincitore dell’anno precedente e con i dodici candidati, tantissimi Amici della domenica e gli editori assiepati vicini. La mia mano destra era consapevole di condividere questa sua abitudine e questo suo piacere ormai con pochi, vista la netta prevalenza dell’opzione voto elettronico rispetto a quello su carta. Ma lei è fatta così: ci teneva a questa parentesi di omaggio alla tradizione. Tuttavia è ragionevole. Ha preso atto che questa volta, per le esigenze sanitarie, si sarebbe dovuta giustamente comportare in modo diverso. Perciò, con la sua passione non scalfibile, eccola avvicinarsi a casa alla tastiera del computer. Entrare nella pagina “Area di voto” del Premio Strega. E muoversi disinvolta. Pochi secondi dopo la mia mano fa il primo clic su un libro, poi il secondo clic su un altro e con il terzo completa rapidamente l’indicazione delle preferenze per contribuire a determinare i cinque in lizza nella finale di giovedì 2 luglio 2020. La vedo bella soddisfatta per il compito assolto, direi davvero contenta. E io posso commentare tra me e me: ma quanto è bello il mio voto per il Premio Strega anche senza la scheda di carta.