Roberto Ippolito con i cinque volumi della prima edizione di “Memorial de Isla Negra” di Pablo Neruda, l’ultimo dei quali “Sonata crítica” finito di stampare il 12 luglio 1964, giorno del suo sessantesimo compleanno
Roberto Ippolito con i cinque volumi della prima edizione di “Memorial de Isla Negra” di Pablo Neruda l’ultimo dei quali, “Sonata crítica”, finito di stampare il 12 luglio 1964, giorno del suo sessantesimo compleanno

Pablo Neruda vive ogni compleanno come un gioioso rito, da condividere con il maggior numero possibile di invitati. Felice di vederli scherzosamente travestiti. Pronto anche a servirli con giacca rossa da barista e cappello a cilindro più i baffi finti. Allegria e letteratura insieme: il poeta cileno ama regalarsi l’uscita di alcuni suoi libri proprio in coincidenza con la ricorrenza della nascita, avvenuta il 12 luglio 1904. Accade per esempio per i cinque volumi di “Memorial de Isla Negra” l’ultimo dei quali, “Sonata crítica”, finito di stampare il giorno dei 60 anni, come indicato alla fine.

Ma l’allegria, nel 1973, è segnata dalle cattive condizioni di salute sia personali che del Cile. In pochi accanto a lui per forza di cose. Tuttavia, anche se costretto a letto, lui si accalora per la tempestosa situazione politica, con un colpo di stato contro la presidenza di Salvador Allende appena sventato, le forze reazionarie all’attacco, la penuria di generi alimentari. E si accalora perfino per sostenere il progetto dell’Università dell’Araucanía, con l’insegnamento nella lingua mapuche. Durante la festa in versione ridotta consegna all’editore Losada sette libri, uno per decennio della propria vita da pubblicare esattamente un anno dopo, in occasione dei 70 anni.

I sette libri, però, usciranno postumi. Neruda non li vedrà. Morirà il 23 settembre 1973, dodici giorni dopo il sanguinoso golpe di Augusto Pinochet. Ufficialmente per il cancro alla prostata. Ma nessun dubbio sulla falsità del certificato medico di morte compilato sotto il rigido controllo della dittatura. Il poeta, che progettava già nei dettagli una grande festa per l’anno dopo, non è stato stroncato da questo male. Adesso attende il sigillo della magistratura alla verità sulla sua fine. Intanto sicuramente lui festeggia il 12 luglio. A modo suo: “Il mio dovere è vivere, morire, vivere” recita un verso pieno di speranza di “Fin de mundo”, pubblicato per il compleanno del 1969. La giustizia deve arrivare.