Pubblico per Roberto Ippolito Ignoranti a Campobasso 30 ottobre 2013
Pubblico per Roberto Ippolito 'Ignoranti' a Campobasso 30 ottobre 2013

uno strafalcione davvero grossolano e l’incredulità per un dato impensabile, a un certo punto è un ragazzo a reagire facendo trapelare tutta l’inquietudine accumulata. E domanda cosa è possibile fare per rimediare allo stato delle cose. Ma l’interrogativo che lui sente sulla propria pelle è quello di tutta la stracolma sala delle conferenze della Biblioteca provinciale P.Albino di Campobasso, con gli studenti seduti a terra e il pubblico in piedi, che sta ascoltando Roberto Ippolito, autore di “Ignoranti”, il libro pubblicato da Chiarelettere che denuncia il degrado senza fine dell’istruzione e della cultura in Italia (foto a sinistra da “Primonumero.it”).

Ippolito fa scorrere la storia e la tragicomica attualità dell’arretramento italiano mercoledì 30 ottobre 2013 nell’ambito di “Ti racconto un libro”, il “laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione” promosso dall’Unione lettori italiani con la direzione artistica di Brunella Santoli.

L’autore di “Ignoranti” risponde al ragazzo che “le risorse necessarie per l’inversione di marcia sono certamente enormi aRoberto Ippolito Ignoranti Campobasso 30 ottobre 2013 causa dei tagli all’istruzione, dello scarso investimento nella formazione, dei problemi per la formazione degli adulti, delle condizioni del nostro patrimonio, ma prima ancora è necessario recuperare la consapevolezza della realtà e far emergere la volontà di cambiare”. Se certi temi diventano prioritari e vengono finalmente considerati strategici si concretizza “la scossa possibile” di cui parla l’ultimo capitolo del libro.

Insomma il racconto di “Ignoranti” appassiona Campobasso che ascolta, commenta, manifesta amarezza per “l’Italia che non sa” che è “l’Italia che non va”, come evidenziato dal sottotitolo del volume. Ma il pubblico della Biblioteca P.Albino avverte anche il bisogno di non continuare ad accettare quell’infinita sequenza di dati negativi e di ultimi posti collezionati nei confronti internazionali illustrati nel corso dell’incontro. E la domanda di quel ragazzo diventa un segnale forte dell’ansia della svolta che affiora.


 


 

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