Roberto Ippolito con Bonajuto a Spazio5 Roma 1 aprile 2014
Roberto Ippolito con Bonajuto a Spazio5 Roma 1 aprile 2014

Agr) Con umiltà ma anche con vigore, Franco Ruta Bonajuto spiega: “Siamo artigiani e restiamo quello che siamo”. Rivendica con orgoglio la qualifica quando Roberto Ippolito gli fa notare che si sta parlando di “una curiosità unica al mondo”. A Spazio5, in via Crescenzio 99d a Roma, stipato al limite possibile della capienza, queste battute segnano l’emozionante percorso compiuto la sera di martedì 1 aprile 2014 per conoscere “La dolceria Bonajuto” e quel suo speciale e inconfondibile cioccolato ruvido e granuloso.

Franco Ruta Bonajuto è il capo azienda che ha “sapientemente rilanciato la barretta di cioccolato sul mercato una ventina di anni fa facendola diventare un prodotto di eccellenza, annoverato fra le migliori qualità di cioccolato al mondo”, come afferma Giovanni Criscione, dottore di ricerca in storia contemporanea a Catania.

Criscione è l’autore del libro “La dolceria Bonajuto”, pubblicato da Kalòs, che racconta, come dice il sottotitolo, la “storia della cioccolateria più antica di Sicilia” e che viene presentato dallo scrittore Roberto Ippolito (ultimo lavoro “Ignoranti” edito da Chiarelettere e in precedenza “Il Bel Paese maltrattato” con Bompiani). All’incontro partecipa Marcella Smocovich, giornalista e autrice di un saggio contenuto nel volume. Spazio5 è il centro culturale concepito dal fotografo Maurizio Riccardi, direttore di Agr, e animato da Giovanni Currado.

La serata, che culmina nella… sospirata degustazione, consente di scavare dentro questo lavoro artigianale che ha radici antiche ma con l’attenzione ai desideri e alle caratteristiche del mercato di oggi. Ippolito mette in evidenza come gli sforzi imprenditoriali di Bonajuto abbiamo fatto da traino allo sviluppo del distretto del cioccolato, formato dalle tante aziende oggi attive in questo campo. “Un prodotto può essere volano dell’economia” dice Franco Ruta Bonajuto, facendo riferimento anche al turismo che ha avuto in questi anni a Modica e nella sua provincia, Ragusa, un significativo incremento con l’esaltazione del barocco delle architetture locali: “E abbiamo ancora tante possibilità”.

Del resto è un territorio così ricco di memoria e anche di letteratura quello protagonista dell’incontro realizzato da Maurizio Riccardi. Marcella Scomovich, si definisce a Spazio5 la “spacciatrice di cioccolato di Modica” accanto allo “spacciatore Leonardo Sciascia”, lo scrittore di cui è stata per dieci anni assistente parlamentare. Lei ricorda che “Sciascia firmava i suoi libri e distribuiva cioccolato di Modica e dolci”. E che “quando andavamo insieme alla cioccolateria Bonajuto ricevevo chili di cioccolatini e barrette che poi dividevo con mia sorella”. E viene anche rievocato quando Sciascia condusse nella bottega lo scrittore Gesualdo Bufalino dalla vicina Comiso.

Ricostruendo le vicende sullo sfondo della dolceria e quindi di Modica, Ippolito parla invece del premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo: “Figlio del capostazione, Quasimodo nacque qui. Affermava ‘Oscuramente forte è la vita’ nella poesia dedicata al padre per i suoi 90 anni e alla ‘terra impareggiabile’. E’ davvero una terra speciale per un’infinità di aspetti: alcuni versi di questa poesia si trovano incisi a Modica sulla stazione ferroviaria: “i ferrovieri” ricordano così il padre capo stazione. Una poesia accanto ai binari non è certo qualcosa di normale”.

Grazie alle meticolose ricerche di Criscione riaffiorano dal passato vicende oggi impensabili, come il commercio di neve, una delle attività dei progenitori di Franco Ruta Bonajuto. E si sorride rievocando “l’antica consuetudine locale di offrire il cioccolato per colazione agli sposi novelli come ‘rinvigorente’ la mattina seguente la prima notte di nozze”. Ma bisogna anche sapere che un tempo, è sempre Criscione a farlo presente, “per i dottori della chiesa il cioccolato alimentava il fuoco della libidine”.




 


 

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