Roberto Ippolito Ignoranti Terni 20 maggio 2013 (07)
Roberto Ippolito Ignoranti Terni 20 maggio 2013 (07)

Anche il luogo è stato simbolico: le ex Officine Bosco. Ex come tante attività industriali scomparse a Terni. Nella grande sala del centro multimediale realizzata nell’area che fu delle Officine, lo stato maggiore della Cgil della città umbra ha tenuto la più insolita delle riunioni: insieme a circa duecento studenti delle superiori ha discusso lunedì 20 maggio 2013 per una mattinata intera il libro di Roberto Ippolito “Ignoranti”, pubblicato da Chiarelettere.

Sindacalisti e ragazzi hanno dunque dato vita grazie a “Ignoranti” a una particolare assemblea nella quale hanno ragionato sull’amara realtà dell’Italia a marcia indietro nella preparazione e nell’economia messa a nudo pagina dopo paginaRoberto Ippolito Ignoranti Terni 20 maggio 2013 (10) dal libro. Una realtà che Terni vive oggi con particolare tormento. Sintetizza il segretario generale della Cgil Attilio Romanelli: “La chimica è ai minimi termini, la siderurgia attraversa una difficile transizione, la metalmeccanica soffre, così come è pesante il quadro dell’edilizia, del commercio e dei servizi. Ma mancano le competenze per affrontare la crisi”.

Nel corso dell’incontro, condotto dal giornalista del “Corriere dell’Umbria” Pierluigi Sbaraglia, è emerso che Terni si identifica pienamente nel sottotitolo del libro “L’Italia che non sa. L’Italia che non va”: il numero di laureati è il più basso d’Europa, l’andamento dell’economia è il peggiore del continente. C’è un problema generale di livello minimo di istruzione: Francesco Scaccetti della Rete degli studenti ha evidenziato la forte dispersione scolastica. “Si sta favorendo l’esclusione” ha sottolineato Ippolito, dati alla mano.

L’appuntamento è stato concepito nell’ambito del confronto sviluppato con il piano del lavoro proposto dalla confederazione. C’è una forte esigenze di mirare bene gli studi: “Deve essere colmato il divario esistente tra le qualifiche e i titoli posseduti dall’offerta e quelli richiesti dalla domanda” ha puntualizzato Nicoletta Filipponi, segretario Cgil. Gli strafalcioni e le assurdità dei laureati partecipanti ai concorsi raccontati da Ippolito segnalano quanto sia acuto il problema dell’istruzione. L’università italiana colleziona brutte figure nelle classifiche internazionali e non forma le figure necessarie.

“A Terni mancano le facoltà adeguate rispetto alla realtà occupazionale o meglio, per essere più precisi, rispetto alla realtà della disoccupazione” ha rilevato Tommaso Dionisi, segretario generale della Flc Cgil, la Federazione lavoratori della conoscenza. “Gli studi tecnici e le attività tecniche devono ritrovare dignità” ha aggiunto Romanelli. Sconsolato ma determinato a insistere sulla propria strada, Antonio Iannoni ha descritto la sua esperienza di ricercatore della facoltà di ingegneria, arrivato finalmente a timbrare “il cartellino anche se solo per un anno”.

Orientamento e specializzazione scientifica sono una parte del grande problema dell’educazione in Italia. Un problema che, nel libro di Ippolito, tocca l’intera società: dalla classe dirigente che non legge agli analfabeti ai tempi di internet, dalla scarsa spesa per l’istruzione a quella ridotta per la formazione dei lavoratori, dai grossolani errori nel sito del ministero dell’istruzione alle incredibili espressioni di esponenti politici. “Dobbiamo riflettere sul senso del dovere” sollecita Luciana Leonelli, preside del liceo Donatelli. E dietro le domande degli studenti c’era, c’è una gran voglia di reagire. “Avendo sedici anni posso avere dei limiti” ha esordito una ragazza, pronta però a far valere il suo diritto di apprendere e di costruire il futuro. L’emergenza industriale di Terni può essere lasciata alle spalle. “Come può uscire dalla crisi un paese che non studia e non fa studiare bene?” si chiede Ippolito.

 


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