e dell’istruzione denunciato nel libro di Roberto Ippolito “Ignoranti”, pubblicato da Chiarelettere. Intervenuto alla presentazione promossa dal Parco Nazionale Cinque Terre, il sindaco Massimo Federici (a destra nella foto) ha spiegato in che modo: “L’amara realtà descritta con ‘Ignoranti’ da Ippolito impone un forte impegno anche se le risorse dei comuni hanno subito una drastica limitazione. Nonostante tutto, noi andiamo avanti, non solo resistendo ma anche rilanciando per reagire all’arretramento cominciato ormai troppi anni fa: La Spezia avrà una nuova biblioteca”.
Nell’incontro, svoltosi in un luogo simbolo per la città, il Centro arte moderna e contemporanea Camec, si è quindi discusso concretamente sulle strade da imboccare per invertire la tendenza. Il sindaco Federici ha annunciato che “l’apertura della nuova biblioteca è prevista per l’inizio del 2015”. Si tratta di una struttura di concezione moderna; con le sale di consultazione e lettura, ci saranno un auditorium e un’area ragazzi.
La Biblioteca si proporrà pertanto come punto di aggregazione. E rappresenterà uno stimolo per la lettura, uno dei punti deboli dell’Italia documentato in “Ignoranti” di Ippolito: risulta in calo pur essendo già molto bassa nel confronto internazionale. Il libro mette in particolare nel mirino la classe dirigente che non legge; solo un italiano su dieci legge libri per motivi professionali. E gli esilaranti strafalcioni messi in fila in “Ignoranti” non sono certo un caso.
La nuova biblioteca spezzina, presentata da Federici, sarà realizzata con il progetto di riqualificazione del quartiere Canaletto nei vecchi depositi Fitram di autobus e filobus: farà convivere l’architettura del primo novecento con le soluzioni più innovative progettate dallo studio 5+1 guidato dagli architetti Alfonso Fenia e Gianluca Peluffo. E incorporerà la Biblioteca Pietro Mario Beghi.
All’incontro ha partecipato anche Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, autore con Emanuela Rosi di “Si fa presto a dire parco”, edito da Studio Nobili. Il Parco Cinque Terre ha così alimentato una riflessione sul lavoro che si può svolgere nei territori per esaltare l’identità e far emergere la ricchezza delle competenze.
“L’Italia che non sa” è “l’Italia che non va”, come recita il sottotitolo del libro di Ippolito. Il recupero della cultura e la spinta a una maggiore preparazione significano sviluppo. Oggi invece, come fa presente “Ignoranti”, l’Italia è ultima in Europa per numero di laureati e, dal 1999, per la crescita del pil.
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