qualcosa dopo l’uscita di “Ignoranti”, il libro di Roberto Ippolito pubblicato da Chiarelettere, che documenta con numeri e confronti internazionali l’arretramento dell’istruzione e della cultura in Italia? Alessandro Fizzotti lo chiede a Ippolito nell’intervista per il suo “Fizzshow”, in onda in un circuito di web radio di tutta Italia, evidenziando gli importanti risultati del volume per le vendite e per le decine e decine di incontri realizzati dovunque, con gli studenti o i sindacati, con associazioni culturali o librerie e così via.
Tutto questo, afferma Ippolito, indica “che c’è qualcuno che si interessa e ha voglia di reagire, però lo scenario resta penoso, veramente penoso”. Lo “schiaffo alla scuola pubblica” è continuato, l’enorme abbandono precoce degli studi e la fuga dall’università si sono consolidati, la partecipazione alla vita culturale è sempre bassa, l’indice di lettura punta ancora verso il basso.
Nella conversazione, Alessandro Fizzotti si sofferma in particolare sul titolo del libro, domandando se davvero il “paese è fatto di ignoranti”. Ippolito afferma che “purtroppo sì”, il quadro è questo. E aggiunge: Io vorrei direi di no”; di volta in volta nel corso degli incontri il titolo è stato considerato come una provocazione o un insulto mentre rappresenta “banalmente anche se drammaticamente una fotografia” della realtà.
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(Foto di Maurizio Riccardi)