
È “una minuziosa ricerca della verità con il ritmo incalzante di un romanzo dalle sfumature noir” che “ci conduce verso l’inevitabile conclusione che Neruda sia stato assassinato” dodici giorni dopo il golpe di Pinochet e non sia morto per il cancro come sostenuto dalla versione ufficiale: lo scrive il 6 giugno 2021, sul sito del circuito Biblioteche di Roma di cui fa parte e sui suoi social, l’istituzione del quartiere San Lorenzo intitolata al linguista scomparso quattro anni fa.
Invitando alla lettura, afferma che il libro pubblicato da Chiarelettere “non riporta oggettivamente soltanto delle prove, mostra anche la sensibilità di un popolo che dà vita a un corteo per rendere omaggio al poeta defunto”, con “la famiglia che si raccoglie attorno alla salma”. Inoltre “fa scoprire la sensibilità del poeta che nel 1937 perde l’amico Garcia Lorca e comincia a capire che l’impegno politico è necessario”. E “c’è ancora la speranza, quella che nonostante tutto non muore”.
Per la Biblioteca Tullio De Mauro, che ha sede a Villa Mercede, “Delitto Neruda” è dunque “un libro ricco di dettagli” e che rimuove i “segreti che ancora oggi offuscano la verità”.
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Questo il testo della nota della Biblioteca Tullio De Mauro
Delitto Neruda è una vera e propria inchiesta sulla morte del grande poeta cileno, una minuziosa ricerca della verità con il ritmo incalzante di un romanzo dalle sfumature noir. L’indagine dell’autore, che ha consultato archivi, perizie, giornali dell’epoca e non solo, ci conduce verso l’inevitabile conclusione che Neruda sia stato assassinato. Cile, 11 settembre 1973, l’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. “Cerchi pure capitano! Qui c’è una sola cosa pericolosa per voi. – Cosa? – La Poesia!” (Pablo Neruda a un ufficiale durante la perquisizione a Isla Negra). A dodici giorni dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso. Ippolito non riporta oggettivamente soltanto delle prove, mostra anche la sensibilità di un popolo che dà vita a un corteo per rendere omaggio al poeta defunto; la famiglia che si raccoglie attorno alla salma; fa scoprire la sensibilità del poeta che nel 1937 perde l’amico Garcia Lorca e comincia a capire che l’impegno politico è necessario. E ancora la speranza, quella che nonostante tutto non muore. Un libro ricco di dettagli che ci accompagna nella conoscenza di questo grande poeta e che ci svela segreti che ancora oggi offuscano la verità.
Roberto Ippolito, scrittore e giornalista, conoscitore del mondo letterario, organizza eventi che portano la cultura fra la gente nei luoghi più vari: centri commerciali, mondiali di nuoto, navi, aeroporti, scuole, pullman, musei, siti Unesco. Ha curato a lungo l’economia per il quotidiano “La Stampa”, con attenzione ai grandi fatti globali. È stato editor del Festival dell’economia di Trento. Ha dato vita al “Tour del brutto dell’Appia Antica”. È stato direttore della comunicazione di Confindustria e direttore delle relazioni esterne dell’Università Luiss di Roma, dove ha insegnato alla Scuola superiore di giornalismo.