Ma allora è meglio essere “Ignoranti”? Gli studenti di Potenza si accalorano per “Ignoranti”, il libro di Roberto Ippolito pubblicato da Chiarelettere. In un’aula del Campus di Macchia Romana dell’Università della Basilicata, ne discutono martedì 21 gennaio 2014 con l’autore per iniziativa della loro associazione Identitariamente Unibas (servizio della Tgr Rai Basilicata nei titoli di testa e dopo 15’11” dall’inizio visibile cliccando qui). Il tormento si ripropone con i visi impensieriti e attraverso tante domande: la “sudata” laurea arriverà e poi? Mese dopo mese i dati Istat segnalano la grave disoccupazione anche dei giovani più qualificati. Sin dall’inizio della presentazione, il presidente dell’associazione Giorgio Restaino mette la questione sul tavolo.
Del resto il tema è analizzato ed evidenziato, numeri alla mano, dal libro. E pensare che l’Italia è, con la Romania, il paese europeo con meno laureati. Dice Ippolito: “Può sembrare un paradosso che i pochi laureati italiani siano poco corteggiati; fatichino a trovare lavoro e vedano assottigliarsi o addirittura annullarsi il riconoscimento economico degli studi compiuti. Ma in realtà disporre di pochi laureati, averne tanti disoccupati, assistere alla fuga dalle università con il calo delle immatricolazioni sono aspetti diversi dello stesso fenomeno che caratterizza oggi l’Italia: la scarsa considerazione per il sapere”.
Il rischio che lo sconforto prenda il sopravvento è fatale. “In questa situazione qualcuno arriva a chiedersi se vale la pena studiare” afferma Canio Sinisi che però esprime subito “la forte voglia di reazione degli studenti”. Restaino spiega che la discussione nell’università di Potenza sul contenuto di “Ignoranti” è stata voluta “per avere un quadro preciso: la piena consapevolezza dello stato delle cose può dare la spinta al cambiamento”. E’ un vero e proprio appello: “Bisogna premiare chi si impegna nello studio e creare le condizioni affinché il giorno dopo la laurea non si preparino le valige per lasciare la Basilicata”.
Oggi invece il clima generale è un altro: si arriva a preferire gli ignoranti. “Si fa l’impossibile per allontanare i ragazzi dalle aule, studiare è diventato sempre più caro, dietro i test di ammissione sembra esserci un disegno per allontanare i giovani dall’università” sostiene Ippolito fornendo cifre ed elementi che documentano l’arretramento dell’istruzione e della cultura in Italia.
E denuncia la violazione della Costituzione che, con l’articolo 34, assicura il diritto allo studio ai capaci e ai meritevoli anche se privi di mezzi: le risorse per concretizzarlo risultano del tutto inadeguate. Fra l’altro vengono anche distribuite con forti disuguaglianze fra le diverse regioni. “Ignoranti” rivela infatti che la spesa per le borse di studio nella sola Emilia-Romagna è pari a quella di Campania, Puglia, Calabria e Basilicata sommate.
La Basilicata oltretutto è in sofferenza per la cultura come dimostrano i dati illustrati da Ippolito e scritti sulla lavagna nell’aula teatro dell’incontro: i lettori di almeno un libro sono appena il 30,9% degli abitanti nel 2013 contro il 33,5% dell’anno prima e il 43,0% dell’Italia. La regione ha il maggior numero di famiglie che non possiedono neanche un libro: il 21,5% contro il 10,3% dell’Italia. Le copie di quotidiani letti ogni giorno sono soltanto 37 ogni mille abitanti contro le 49 del Sud, le 84 del Centro e le 92 del Nord.
“Ma noi sogniamo che l’università della Basilicata diventi un riferimento culturale in grado di attrarre studenti anche dalle zone più favorite come Trento o Milano” afferma Restaino. Insomma sarebbe la “scossa possibile”, come dice il titolo dell’ultimo capitolo del libro, al termine del cammino fra gli strafalcioni dei laureati ai concorsi e di chi prepara le loro prove e fra gli innumerevoli confronti internazionali con i quali l’Italia fa brutta figura per l’istruzione e la cultura.
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