per l’indiscutibilità dei dati e dell’analisi delle radici della crisi non solo economica” esordisce Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 Rai. E’ poi Giovanna Melandri, presidente del Maxxi ed ex ministro dei beni culturali, a definire, “Ignoranti” di Roberto Ippolito, pubblicato da Chiarelettere, “spietato e impietoso nel documentare il declino della cultura politica del paese”. Quindi nel Grand Salon dell’Accademia di Francia a Roma Villa Medici, il suo direttore Éric de Chassey osserva che le pagine di Ippolito spingono alla riflessione sui grandi problemi dell’Italia in una stagione di “peggioramento dei livelli dell’educazione dappertutto nel mondo occidentale”.
Intorno a “Ignoranti” si svolge così a Villa Medici martedì 5 novembre 2013 un’approfondita discussione sul degrado dell’istruzione e della cultura in Italia che viene esaminato nel contesto internazionale. “Su questi temi il disinteresse è troppo forte” afferma Ippolito fornendo due esempi: “Dal 2003 diminuiscono le immatricolazioni all’università ma non succede nulla. L’abbandono precoce degli studi e fra i più elevati d’Europa ma non viene adottata alcuna misura per contrastarlo”.
Spiega Sinibaldi: “Non c’è solo l’ignoranza risultante dagli innumerevoli dati contenuti nel libro e dagli episodi raccontati, ma emerge l’ignoranza del problema ovvero la sua diffusa sottovalutazione”.
A tutto questo si arriva dopo “venti anni che non sono stati tutti uguali” ci tiene a sottolineare la Melandri. Che ricorda come il bilancio del ministero dei beni culturali quando lei lo lascia nel 2001 fosse di circa tre miliardi di euro, mentre oggi è pari ad appena 1,3. E fa presente, in modo figurato, come il libro fotografi bene “che un tir è andato di corsa contro la scuola pubblica”, devastata “con il taglio di 87mila insegnanti deciso da Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti, ministri dell’istruzione e dell’economia con il governo di centrodestra di Silvio Berlusconi.
De Chassey non nasconde i punti critici della situazione francese. Ma sottolinea l’importanza dell’affermazione, riferita nel libro, del presidente della repubblica Francois Hollande la sera stessa dell’elezione, il 6 maggio 2012: “La nostra priorità sarà la scuola”.Queste parole, spiega il direttore di Villa Medici, rivelano che “c’è un sentimento forte” su questo fronte: “Se non fosse così il presidente non ne avrebbe parlato. E la destra e la sinistra sono d’accordo sulla scelta di non tagliare le risorse all’educazione, concordando anzi sulla necessità di dare di più”.
Ecco dunque risposte diverse a problemi gravi di cui il libro fornisce numeri ed elementi. L’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, assegna l’ultimo posto all’Italia nella graduatoria per la capacità di leggere e le competenze linguistiche. Ma la Spagna è penultima e la Francia terzultima. L’indagine Eurobarometro diffusa ventiquattro ore prima dell’incontro di Villa Medici disegna il crollo della partecipazione alle attività culturali in Italia ma anche il calo in Europa.
Tuttavia si può reagire. “E’ indispensabile investire di più” sostiene de Chassey. “Non condivido una visione catastrofista poiché se si scava nei settori ancora vivaci della nostra società, nell’associazionismo, fra i privati cittadini e le imprese si verifica che aspetti positivi esistono” dice la Melandri, auspicando “una rivoluzione copernicana” che preveda “una nuova struttura fiscale per assicurare dei vantaggi a chi investe nella cultura”.
Sinibaldi fa notare che “il libro certifica la mancanza di politiche pubbliche, ma anche la scarsa sensibilità privata: le famiglie per prime non investono in cultura”. E tuttavia “abbiamo il successo dei festival culturali, un fenomeno originale”. Certo si può reagire, come insiste anche Ippolito “ma lasciando alle spalle una stagione in cui l’ignoranza viene addirittura vantata da chi ha successo”.
(Foto di Maurizio Riccardi – Nelle prime in alto da sinistra GiovannaMelandri, Marino Sinibaldi, Roberto Ippolito e Éric de Chassey)
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