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Sulle tracce di Lord Byron
“Ella in beltà incede, come la notte / in climi sereni e stellati cieli”: la magica apparizione di una donna e il suo impatto immediato provocato sono cantati da Lord George Byron nella raccolta “Hebrew Melodies” pubblicata duecentodieci anni fa, nel 1815. La prima edizione è custodita al Museo Byron appena inaugurato a Ravenna, a Palazzo Guiccioli.
Con le opere originali e i cimeli autentici, nelle sale scorre la vita del poeta che è il simbolo del romanticismo inglese, l’amante senza freni e replicante, l’intellettuale viaggiatore, il compagno dei carbonari combattenti per l’indipendenza italiana, il sostenitore dell’autonomia della Grecia. Insomma il mito di Byron. Un uomo indomito, solitario e ribelle che segna la storia della letteratura. L’uomo che attraversa l’Europa con lo scrittoio da viaggio. E a Ravenna sprigiona la sua creatività.
Alloggia a Palazzo Guiccioli dal 1819 al 1821 tessendo la relazione cominciata con un colpo di fulmine a Venezia con l’appena ventenne Teresa Gamba, sposa del sessantenne conte Alessandro Guiccioli. Un amore ardente con tutti i ricordi conservati da Teresa e ora esposti.
Visita al Museo Byron compiuta l’1 gennaio 2025 (tre settimane prima dell’anniversario della nascita, 22 gennaio 1788) con Matteo Cavezzali e Irene Ippolito. E con l’amicizia di Andrea Carella, Jenny Burnazzi e Antonio Maiani.