Roberto Ippolito Liceo Fermi Bologna 6 aprile 2013
Roberto Ippolito Liceo Fermi Bologna 6 aprile 2013

Liceo Scientifico Fermi, Bologna. Pomeriggio di sabato 6 aprile 2013. Porte aperte, gran movimento. Roberto Ippolito parla a studenti e professori, seduti insieme, descrivendo il contenuto di “Ignoranti”, il libro pubblicato da Chiarelettere con il quale denuncia la grave arretratezza della conoscenza e dell’istruzione in Italia sulla base di un sistematico confronto internazionale.

Il quadro disegnato con “Ignoranti” è triste, così assurdo da essere perfino ridicolo. Ma in questa scuola si coglie la voglia di reagire, la voglia di sapere: di sabato pomeriggio qui ci sono tanti ragazzi, tanti insegnanti, si discute.

Il Liceo Fermi, che ha sede in via Mazzini 172/2, è una delle trenta scuole di tutta Italia che dà vita alla giornata “Mondo 2. Il futuro che vogliamo”, un’occasione per una riflessione per orientarsi sul destino comune e scrutare il domani da costruire ideata da Laterza con la Fondazione per la Scuola, la Compagnia San Paolo, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, la Fondazione Cassa di risparmio di Puglia e l’Eni. Tema dell’istituto bolognese, di cui è dirigente scolastico Maurizio Lazzarini, è “Tradizione: il futuro ha un cuore antico”, affrontato dalle 9.30 con relatori come Franco Cardini, Antonio Forcellino, Michele Emmer e Ottavia Niccoli e con l’impegno di Annalisa Angelini per la Libreria Ulisse.

Si cerca di guardare avanti, dunque. Ma è inevitabile per Ippolito cominciare esattamente da quattro anni prima: dal 6 aprile 2009, quando il terremoto sconvolge L’Aquila portando la morte nella Casa dello studente: “Mai più” una tragedia come questa. Ma dirlo significa anche rendersi conto delle condizioni dell’istruzione in Italia. Per esempio, come si legge in “Ignoranti”, solo il 3,4% delle scuole italiane dichiara di essere in possesso del certificato di conformità alle norme antisismiche.

Cambiare il futuro oggi prevedibile non è certo agevole. Ma farlo è fondamentale per ridare spessore e slancio all’Italia. Un dato fra i tanti proposti. Ippolito avverte che, in base alle condizioni attualmente previste, un bambino di cinque anni andrà a scuola per un tempo inferiore a quello dei bambini di sedici paesi europei : solo 17 anni contro i 20,4 della Finlandia o i 19,6 del Belgio.

 


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