Il delitto del poeta spagnolo, assassinato dal franchismo, segnò per sempre il cileno. Nel cui destino c’era la drammatica dittatura di Pinochet…
“Rideva, cantava, musicava, saltava, inventava, faceva scintille”: era questo l’uomo pianto da Pablo Neruda. Era lo spagnolo Federico García Lorca. Lui e l’amico cileno erano legati dalla poesia. Ma anche dalle passioni. E dalla vita da vivere. Stroncata troppo presto e in modo atroce, quella di García Lorca. Nato il 5 giugno 1898, García Lorca fu assassinato dal franchismo a 38 anni. Nei suoi ultimi due anni e praticamente fino agli ultimi momenti, condivise le giornate con Neruda, allora console a Madrid. Per il quale l’amico riuniva “in lui la grazia e il genio, il cuore alato e la cascata cristallina”. Il delitto del poeta spagnolo segnò per sempre il cileno: “La guerra di Spagna, che cambiò la mia poesia, cominciò per me con la scomparsa di un poeta”. Ma nel suo destino, tanti anni dopo, ci sarebbe stata la drammatica dittatura di Augusto Pinochet. E Neruda confessò di essere consapevole del rischio di subire lo stesso trattamento del “principe dei gitani”.