L’opera collettiva “L'arte per l'articolo 9” collocata all’inizio dell’Appia Antica, ideata da Roberto Ippolito e inaugurata il 26 aprile 2014 con, in alto da sinistra, Gaetano Silvestri e Mario Tozzi. Foto Maurizio Riccardi Agr
L’opera collettiva “L'arte per l'articolo 9” collocata all’inizio dell’Appia Antica, ideata da Roberto Ippolito e inaugurata il 26 aprile 2014 con, in alto da sinistra, Gaetano Silvestri e Mario Tozzi. Foto Maurizio Riccardi Agr

Che gioia l’Appia Antica patrimonio Unesco: all’ingresso l’opera d’arte collettiva curata da me

“L’arte per l’articolo 9” è la composizione frutto del prezioso lavoro di ventiquattro grandi artisti contemporanei che hanno descritto e scritto ognuno una delle ventiquattro parole dedicata dalla Costituzione al patrimonio culturale e paesaggistico, nel testo in vigore il 26 aprile 2014 poi integrato. L’opera è stata inaugurata quel giorno dal presidente della Corte costituzionale Gaetano Silvestri e dal commissario del Parco dell’Appia Antica Mario Tozzi, allora in carica, insieme a me che l’ho ideata. Adesso è la porta della Regina Viarum, i cui lavori cominciarono nel 312 a.C, entrata nella World Heritage List.

Gli artisti partecipanti sono: Andrea Aquilanti, Giovanni Albanese, Teresa Bianchi, Chiara Casco, Francesco Cervelli, Carl D’Alvia, Alberto Di Fabio, Pablo Echaurren, Lucrezia Cembran Gaetani, Giuseppe Gallo, Alessandro Giannì, Sylvio Giardina, Gianfranco Grosso, Francesco Impellizzeri, Francesco Irnem, Fabio Lattanzi Antinori, Valentina Nascimben, Barbara Nati, Lara Pacilio, Epvs, Luca Padroni, Francesco Patriarca, Gregorio Samsa, Matteo Sanna.

Essendo collocata all’ingresso del Parco dell’Appia Antica, “L’arte per l’articolo 9” dà il benvenuto all’inizio dei mille chilometri da Roma a Brindisi. Inaugurandola ho raccontato la realizzazione: “Gli artisti hanno ricevuto una tavoletta di legno (alta 30 centimetri e larga 21, 30 o 42) e l’assegnazione di una parola. Ognuno ha lavorato in totale autonomia, non sapendo nulla degli altri, neanche i nomi. Ma tutti sapevano di essere parte di un disegno più ampio per l’affermazione del valore della cultura e del paesaggio. La forte individualità espressa converge così in uno sforzo corale, esaltando l’identità comune e il pluralismo solidale alla base della Costituzione”.

Il racconto dell’inaugurazione qui