fabbrica macchine per l’industria chimica e petrolifera ed essere sempre in missione. Bisogna essere instancabili e apprezzare il fatto di non stare mai fermi. Si macinano chilometri, si mangia sempre fuori e così via. E poi bisogna preoccuparsi di dare un bel pacchetto di ricevute all’amministrazione: da quelle dell’autostrada a quelle dei ristoranti. Proprio una fatica. Letteralmente: nel senso che l’unica fatica è stata quella di mettere insieme le ricevute.
Buona parte dei viaggi in realtà non sono mai avvenuti: sono stati effettuati per finta. Le trasferte inventate sono servite a trasformare in rimborsi spesa (ovviamente non tassati) gli stipendi (ovviamente da tassare). Il Comando provinciale della Guardia di finanza di Bari ha controllato gli innumerevoli (e inesistenti) spostamenti dei dipendenti. E il trucco è saltato fuori, con la scoperta di 286 lavoratori irregolari.
Con questo espediente l’azienda ha nascosto al fisco un’imponibile di quattro milioni di euro. I contributi previdenziali e assistenziali non versati sono stati pari a 157mila euro. Se i finanzieri non avessero accertato il raggiro, i dipendenti avrebbero continuato a subire il danno dei minori versamenti per la pensione. Oltre a condividere con tutti gli altri cittadini il danno per le tasse non pagate dall’impresa.