I suoi versi per il compleanno giovedì 5 marzo
Mi metto a curiosare nella mia raccolta di libri di Pier Paolo Pasolini. Ne sfoglio uno. Ne sfoglio un altro. Cercando a caso. Anche se non so che cosa. Lo spunto per farlo è la data che si avvicina: giovedì 5 marzo 2020. È il giorno del suo compleanno: lui è nato nel 1922. Ma la data più nota e più (tristemente) rievocata è quella del 2 novembre 1975 ovvero della sua barbara uccisione. Prendendo i suoi libri a ripetizione e leggendo di volta in volta solo alcune righe trovo un Pasolini polemista politico o critico cinematografico non stroncatore ma annientatore. Pesco poi un Pasolini allegro mentre attraversa l’Italia per il reportage “La lunga strada di sabbia” abbinato alle magnifiche immagini di Paolo Di Paolo. Non posso non ricordare i suoi ritratti di Pasolini esposti al Maxxi lo scorso anno nella straordinaria mostra “Mondo perduto”; è stato impossibile per me non entrare dentro la fotografia di Paolo Di Paolo con Pasolini e sullo sfondo il Gazometro a Roma, facendomi fotografare a mia volta. Continuo a sfogliare, a saltellare da un libro a un altro. Non ho un filo conduttore io in questa azione senza una logica; non posso certamente individuarlo in Pasolini. Apro “La religione del mio tempo”. Più di un verso attira la mia attenzione; continuo perciò a girare le pagine. Mi blocco in quella in cui lui si descrive in cammino
pensando – col mio vecchio, col mio
stupendo privilegio di pensare…
Mi sembrano i versi di Pasolini più appropriati per festeggiare il suo compleanno.