appena data. Cinture di sicurezza allacciate. L’automobilista procede correttamente. E tuttavia un agente della polizia della strada, sbucato da un cespuglio-nascondiglio, agita la paletta invitandolo a fermarsi. Così verifica i documenti e se l’automobilista ha bevuto. Inevitabilmente osserva chi c’è dentro l’auto e perfino la sua pulizia. Pace per la privacy. E’ normale che un automobilista, pur non apparendo come un potenziale pirata della strada, subisca un controllo.
Parallelamente è normale che qualunque cittadino chiamato a pagare le tasse sia sottoposto ai controlli. Il presidente dell’Autorità garante della privacy Francesco Pizzetti ritiene invece che i nuovi controlli fiscali decisi per legge, a cominciare da quelli sulle operazioni bancarie, siano un abuso. Secondo lui tutti i contribuenti sarebbero “considerati dei potenziali mariuoli”.
Pizzetti contesta la legge che ha “addirittura previsto che si possano ricevere informazioni indipendentemente da ogni indagine, sia pure solo preliminare, nei confronti degli interessati”. Cosa vuol dire? Il garante della privacy ritiene cioè giusto controllare solo chi è preso con le mani nel sacco o meglio con il sacco (di soldi) sulle spalle? Analogamente la polizia stradale dovrebbe occuparsi solo di chi travolge un pedone sulle strisce ed è sotto inchiesta? Ficcare il naso in banca può far scoprire al fisco finti poveri e veri imbroglioni.
Farlo è molto importante. E logicamente deve avvenire in modo rispettoso delle norme e dei singoli. Lo stesso Pizzetti fa sapere di aver dato all’Agenzia delle entrate “tutto l’aiuto possibile” per garantire la tutela dei dati dei cittadini. Qualunque dipendente dell’Agenzia sa da sempre che le informazioni in suo possesso non devono essere sbandierate. Se necessario, si possono anche prevedere sanzioni più pesanti per eventuali divulgazioni illegittime.
Ma la vera questione resta la caccia ai pirati del fisco, cioè ai ladri che rubano in un anno allo stato e quindi ai cittadini onesti almeno 120 miliardi. In precedenza (il 6 gennaio) lo stesso Pizzetti in un’intervista al “Quotidiano nazionale” parlava di “anomalia della nostra evasione fiscale” diventata ”così forte e impudente che servono mezzi di contrasto altrettanto eccezionali”. E oggi si dovrebbe garantire la privacy agli evasori? Sono gli onesti che hanno bisogno di un garante. Magari anche per sperare di pagare meno tasse.
(Editoriale Roberto Ippolito “Il Salvagente” n.12 22-29 marzo 2012)