La sala diventa simbolo di riscossa in una parte della regione distante dai drammi del terremoto e della troppa neve. Cerimonia con i familiari del regista, Dacia Maraini, Walter Veltroni, Paola Cortellesi, Riccardo Milani, Piera Detassis, Paolo Gambescia, il sindaco Anna Nanni
Un bel giorno Pescasseroli non era più in Abruzzo ma in Africa. L’incredibile prodigio avvenne grazie a Ettore Scola. Il regista vi girò alcune scene del suo film del 1968 ambientato in Angola “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”.
Strano? Solo in apparenza, vista la sua immaginazione fuori dal comune. Scola aveva una casa a Pescasseroli, cuore del Parco nazionale d’Abruzzo. Come ricorda la figlia Silvia, non esitava a “lavorare in vacanza”. Tant’è vero che sempre qui, in località Forca d’Acero, fece anche alcune riprese di “C’eravamo tanto amati”, che vide la luce sei anni dopo.
Riposo e attività, divertimento e impegno si mischiavano. Del resto nella sua casa c’erano spesso attori come Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni, il regista Mario Monicelli, lo sceneggiatore Age che trascorreva molto tempo a Pescasseroli, piccola capitale della cultura misurata e appassionata.
“Questo è un luogo di silenzio e di intensità naturale, ma non è solo un eremo; dalla mia finestra vedo i boschi, poi in paese si discute” spiega la scrittrice Dacia Maraini che scoprì Pescasseroli con un invito di Scola e che a sua volta da una ventina di anni ha una casa nella quale si trattiene a lungo e può scrivere appartata.
“Ripensando a quanto succedeva un tempo, passeggiando con il presidente degli albergatori Ernesto Alba è venuta l’idea di intitolare il cinema a Scola” racconta Paolo Gambescia, giornalista che è stato direttore del “Messaggero” e deputato. Il proposito è piaciuto subito alla famiglia di Scola.
Così un anno e una settimana dopo la morte del regista, il 26 gennaio 2017, il cinema di Pescasseroli è diventato Cinema Ettore Scola. La moglie Gigliola e la figlia Silvia hanno scoperto la prima targa che lo ricorda, a pochi passi dalla piazzetta centrale dedicata ad Age “scrittore di cinema”. In questo modo il loro rapporto e la vitalità di Scola continuano concretamente.
Sono giorni segnati dai drammi del terremoto e della troppa neve distanti ma nella stessa regione. Benché Pescasseroli sia lontana dalle zone colpite, nell’intitolazione della sala a Scola c’è l’Abruzzo che reagisce. C’è la voglia di darsi da fare, di ritrovarsi insieme con la cultura, di confrontarsi con le storie sulla pellicola o sulla carta, di essere un punto di incontro sereno come fa piacere al sindaco Anna Nanni. Si fa festa. Osserva la moglie: “Questa intitolazione così carica di gioia ricorda un po’ il funerale. Anche in quella occasione ci fu un clima di festa”.
Ci sono il regista Riccardo Milani, l’attrice Paola Cortellesi, la presidente di Cinema per Roma Piera Detassis, il vicesindaco Valentina Morisi, la Corale Decima Sinfonia diretta da Anna Tranquilla Neri, il coro degli alpini. C’è tanta gente. Walter Veltroni, ex vicepresidente del consiglio ed ex sindaco di Roma, era amico di Scola: “Ettore era una persona non incline alle cerimonie ma sono sicuro sarebbe stato contento perché questo era un posto che a lui piaceva molto. Credo che gli avrebbe fatto piacere il suo nome all’ingresso della sala che potrebbe essere il suo cinema Splendor”. Ovvero la sala al centro di un suo film del 1989.
Il cinema di Pescasseroli è ancora un cinema per la battaglia guidata nel 2002 proprio da Scola, Age e Maraini. Non ha subito il cambio di destinazione d’uso che era stato previsto. E adesso, con il nuovo nome, diventa anche un simbolo di riscossa.
Nella foto il sindaco Anna Nanni accanto alla targa del Cinema Ettore Scola a Pescasseroli.