La mia gita al faro di Virginia Woolf in Cornovaglia

La mia gita al faro di Virginia Woolf in Cornovaglia

È luce e solitudine. È richiamo e distanza. È il faro visto da St Ives che ha ispirato l’autrice di “Gita al faro” (o “Al faro” nella traduzione precisa), ambientato nella finzione romanzesca in Scozia. Dalla Talland House, presa in affitto dal padre per tutta l’estate, Virginia Woolf dalla nascita ai dodici anni lo aveva di fronte a sé sulla piccola Godrevy Island. Arrivare nella sua casa delle vacanze, oggi proprietà privata, significa entrare nella sua infanzia e dalla sua infanzia entrare nella sua opera. Sono qui, a St Ives, i semi del suo libro e del suo lavoro. La memoria è diventata scrittura, travasando la sensibilità da piccola in quella da grande. L’incanto della visita possibile al faro (annunciata all’inizio del romanzo dalla madre al suo bambino) è abbinato alla frustrazione per la visita ostacolata (dal padre). Il desiderio rivive percorrendo in Cornovaglia i sentieri per avvicinarsi e guardarlo. E lui, con il suo bianco affacciato sull’Oceano Atlantico, si stacca da tutto tra l’alta o bassa marea, le correnti, il vento, per farsi ammirare.

St Ives 24 ottobre 2024