Salgo i pochi gradini del palco allestito nel rinascimentale Ninfeo di Villa Giulia a Roma. Al centro c’è l’urna del Premio Strega. Per una volta giro le spalle a internet. Ho scelto di votare, come Amico della domenica e quindi giurato del Premio, con la scheda di carta. Fare così, giovedì 3 luglio 2014, nel luogo che ha visto sfilare i più grandi scrittori, mi sembra un piccolo omaggio alla storia.
Mi accoglie Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci e segretario del Premio. La segretezza è garantita, anche se voto e infilo la scheda nell’urna sotto i riflettori. Ma lo Strega non può che essere sempre sotto i riflettori per tutto quello che esprime. Torno giù, ai tavoli ci sono il presidente dello Strega Tullio De Mauro e il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, il giurato più atteso.
Ecco Francesco Piccolo, proclamato vincitore due ore dopo con “Il desiderio di essere come tutti”, pubblicato da Einaudi. Quasi non sembra il Francesco Piccolo di sempre. “Sei in sofferenza” gli dico. Ammettendolo, tenta di sorridere. Tuttavia ironizza quando gli viene chiesto di fare una foto di gruppo: “Sembra di essere a un matrimonio e di fare le foto con la sposa”. Poi parliamo del suo libro che combina pagine di alta letteratura con le personali ricostruzioni delle vicende politiche degli ultimi 40 anni.
Gli accenno a una parte che mi ha colpito: “Quelle tue frasi su Aldo Moro sono particolari e intense, con le riflessioni sulla differenza fra il suo linguaggio privato e quello pubblico”. Piccolo abbozza un commento. Gli piacerebbe dire di più ora, ma la gara incombe. E sembra interminabile, con la lunga attesa del risultato finale dopo lo scrutinio. Poi la lavagna che da sempre registra i voti del Premio Strega questa notte parla chiaro: è Francesco Piccolo il vincitore dell’edizione 2014.
Foto 1 di Maurizio Riccardi Agr, con il vincitore Francesco Piccolo.
Foto 2 e 3 di Giovanni Currado Agr, il voto.
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