(Commento pubblicato sul settimanale “Oggi” all’iniziativa dell’Agenzia delle entrate che scrive ai contribuenti con spese elevate in rapporto al reddito dichiarato, n.24 in edicola 6 giugno 2012)
Volare per tanti ha un fascino irresistibile. Per alcuni è anche molto comodo: poco più di duemila italiani possiedono un aereo. Ma 518 proprietari dichiarano al fisco meno di 20mila euro di reddito. Vietato pensare male, però chissà grazie a quali risparmi questi 518 amanti delle passeggiate fra le nuvole comprano il carburante o mantengono l’aereo. Questi numeri provengono dall’anagrafe tributaria e rappresentano una delle spie dell’esistenza dei finti poveri: guadagni modesti tassati, ma tenore di vita elevato.
I finti poveri fanno pagare ai concittadini onesti quanto evadono. Ed essendo “poveri” ottengono dallo stato perfino benefici senza averne diritto. Smascherarli è un atto di giustizia. La lettera, un po’ tortuosa, dell’Agenzia delle entrate ai contribuenti con spese elevate e redditi limitati punta a scoprirli. Non ha carattere formale, non essendo prevista da alcuna disposizione.
Chi è in difetto può decidere se continuare a esserlo (cioè a rubare alla collettività). Chi ha redditi legittimamente non compresi nelle dichiarazioni (come il tfr, alcune voci delle successioni, vendite di immobili posseduti oltre cinque anni) può facilmente spiegarlo.
Così gli uffici possono ridurre gli accertamenti e ai contribuenti sono evitate seccature. E un po’ di evasione forse si recupera.