aumento” fa sapere il comandante della guardia di finanza Alfonso Amaturo. Oppure Ravenna: “È palese l’aumento della tendenza a evadere” dichiara Claudio Ramponi, anche lui comandante provinciale della finanza. Da settimane da una parte all’altra dell’Italia arrivano brutti segnali.
Tanto che per il presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino “le dimensioni del complessivo fenomeno evasivo continuano ad essere” senza alcun dubbio “particolarmente rilevanti”. E continuano a farsi notare le tante strizzate d’occhio a favore di chi non versa il dovuto. Enrico Postacchini, presidente dell’Associazione commercianti di Bologna, giustifica l’evasione con la pressione eccessiva: “Non dovrei dire che è autodifesa, ma lo dico”.
Ma nell’ultimo anno non c’è maggiore sensibilità sul fronte dell’onestà fiscale? Non c’è un presidente del consiglio come Mario Monti che parla di guerra di civiltà per contrastare l’illegalità fiscale? Non si moltiplicano le denunce dei cittadini di violazioni? Che qualcosa stia succedendo è sicuro. Tuttavia, come ammette proprio Monti, “siamo ancora lontani dalla meta”.
D’altra parte anche per lui percorrere solo un pezzetto di strada è un’impresa di una lentezza esasperante. È il caso della concreta attuazione di una misura fondamentale della sua strategia e fra le primissime varate dopo l’insediamento: l’obbligo (previsto dal decreto 201 del 6 dicembre 2011 convertito in legge esattamente quindici giorni dopo) per le banche e gli altri operatori finanziari di comunicare all’anagrafe tributaria tutte le operazioni.
È passato un mese, ne è passato un altro e questa disposizione non è diventata operativa. Quasi un anno è perso. Solo adesso l’effettivo utilizzo dei dati bancari con Serpico, il cervellone incaricato dei servizi per le informazioni sui contribuenti, sta finalmente decollando… salvo il rischio di sgambetto del garante della privacy. Ma chi va piano non va lontano nella lotta all’evasione.
E per il governo i problemi non mancano. Oltretutto quattro deputati leghisti venerdì 2 novembre lo hanno battuto facendo approvare l’emendamento che, contro la sua volontà, consente ai comuni la revoca immediata dell’incarico a Equitalia di riscuotere le tasse non pagate. L’autonomia dei comuni è garantita, la lotta all’evasione no. A questo punto una parte dei sindaci potrebbe perfino utilizzare uno strumento blando come le ingiunzioni fiscali che risalgono al regio decreto 639 del 1910.
di Roberto Ippolito, da “Il Salvagente” n.44 8-15 novembre 2012