Appia Antica 23 novembre 2013 1 S.Frau M.Tozzi U.Croppi N.Bassetti Roberto Ippolito G.Pisani Sartorio e G.Benedetto foto Maurizio Riccardi
Appia Antica 23 novembre 2013 1 S.Frau M.Tozzi U.Croppi N.Bassetti Roberto Ippolito G.Pisani Sartorio e G.Benedetto foto Maurizio Riccardi

di Roberto Ippolito all’incontro promosso dal Parco dell’Appia Antica il 23 novembre 2013, nella Sala conferenze della Cartiera Latina,“Appia patrimonio dell’umanità. A 25 anni dalla legge istitutiva immaginiamo il futuro del Parco”. Iniziativa organizzata nell’ambito della Settimana Unesco per l’Educazione Sostenibile, dedicata per il 2013 a “I paesaggi della bellezza: dalla valorizzazione alla creatività”, con la partecipazione di Mario Tozzi, commissario del Parco, Nicolò Bassetti autore di “Sacro Gra”, la pellicola vincitrice del Leone d’oro 2013 a Venezia; Gaetano Benedetto, commissario del Parco nazionale del Circeo; Umberto Croppi, direttore generale della Fondazione Valore Italia; Sergio Frau, giornalista e scrittore;  Giuseppina Pisani Sartorio, archeologa. (Foto di Maurizio Riccardi, in basso la descrizione)

Il titolo di questo incontro contiene la sollecitazione a immaginare il futuro del parco dell’Appia Antica 25 anni e 13 giorni dopo la sua costituzione. E’ un invito rivolto a tutti coloro che vogliono riflettere sul valore del Parco, sulle ragioni della sua esistenza, sui progetti e sulle ambizioni.

Il 10 novembre 1988 fu sovvertito l’ordine costituito. A Roma comandava il cemento e al cemento venne imposto di fermarsi di fronte alla bellezza, alla storia e ai monumenti dell’Appia Antica. Fu una vera rivoluzione nella città che aveva coniatoAppia Antica 23 novembre 2013 2 Niccolò Bassetti e Roberto Ippolito foto Maurizio Riccardi l’espressione di palazzinari, i costruttori senza scrupoli e senza gusto che negli anni cinquanta e sessanta, in pieno boom economico, tirarono su interi quartieri.

Guardando al futuro è sufficiente oggi soltanto un accenno alle battaglie che portarono alla rivoluzione, tutt’altro che facile. Ma proprio qui, nella Cartiera Latina in via Appia Antica 42, sede dell’ente, è importante chiedersi se il suo spirito è stato rispettato e se, insieme alle nuove regole, si è prodotto un cambiamento dei comportamenti o no.

E’ fuor di dubbio che si sia diffusa una diversa sensibilità e si sia concretizzata una maggiore cura per un’area con un patrimonio culturale e paesaggistico così ricco. Per i 3.400 ettari del parco e i 16 chilometri di Appia Antica compresi al suo interno gli occhi delle istituzioni e di tanti sono stati e sono più attenti.

Ma purtroppo come tante rivoluzioni anche quella del Parco dell’Appia Antica è rispettata solo in parte. Proprio per questo, perAppia Antica 23 novembre 2013 3 S.Frau M.Tozzi U.Croppi N.Bassetti Roberto Ippolito G.Pisani Sartorio e G.Benedetto foto Maurizio RiccardiAppia Antica 23 novembre 2013 4 G.Benedetto G.Pisani SartorioRoberto Ippolito e N.Bassetti foto Maurizio Riccardi disegnare il domani di questo territorio sono importanti i due strumenti di cui si sta parlando. Il primo è il piano di gestione del Parco al quale il commissario Mario Tozzi sta lavorando e al quale il presidente della regione Nicola Zingaretti darà il via. Il secondo è il piano di mobilità del comune sotto la guida di Ignazio Marino, da pochi mesi sindaco.

Un punto di partenza c’è già: la strategica chiusura dei fori imperiali. Strategica anche se purtroppo parziale e al centro di inverosimili contestazioni come quelle dei commercianti privi di negozi lungo la strada. Con tutti i suoi limiti, la chiusura dei fori ci dice che si può godere del patrimonio e fa riemergere l’idea di estendere il Parco dell’Appia Antica fino a Piazza Venezia.

Qualcosa accade dunque. Ma non bisogna dimenticare l’aspetto più grave della rivoluzione disattesa. Con onestà bisogna scandirlo e ripeterlo; il cemento e non solo il cemento, protagonista di comportamenti e trucchi illegali, ha continuato a ferire e a oltraggiare il Parco.

Sono 2.500 gli abusi edilizi stimabili al suo interno. E’ un numero enorme 2.500, un numero pazzesco. Uno scenario Appia Antica 23 novembre 2013 6 Niccolò Bassetti e Roberto Ippolito foto Maurizio Riccardiassurdo, Appia Antica 23 novembre 2013 5 S.Frau M.Tozzi Roberto Ippolito U.Croppi G.Benedetto G.Pisani Sartorio e N.Bassetti foto Maurizio Riccarditanto che nel mio libro “Il Bel Paese maltratato”, pubblicato da Bompiani esattamente tre anni fa, (chiedo scusa per l’autocitazione) avevo ribattezzato l’antico nome dell’Appia, regina viarium, in regina abusiviarium.

Gli abusi sono tanti e in larga parte sono noti. Ci sono circa 500 pratiche di condono chiesto da evadere, quasi tutte con più abusi ognuna. Ci sono dubbi sulla validità delle procedure dei condoni già concessi. Ci sono demolizioni da effettuare ma non si procede, soprattutto per effetto dei ricorsi a raffica presentati. Alla fine di luglio scorso sono state previste 35 demolizioni e l’acquisizione da parte del comune di 73 immobili irregolari in un piano elaborato dall’assessore all’Urbanistica dell’VIII Municipio, Massimo Miglio. Ma anche queste demolizioni non avvengono e le eventuali acquisizioni  non rimedierebbero ai danni provocati.

Del resto gli ultimi dodici mesi propongono episodi tutt’altro che entusiasmanti. In una zona vincolata, tra via di Porta Latina e via di Porta San Sebastiano, nelle foto aeree a disposizione della magistratura nella tenuta della Saita, della famigliaAppia Antica 23 novembre 2013 7 Roberto Ippolito e Umberto Croppi foto Maurizio Riccardi Appia Antica 23 novembre 2013 8 Sergio Frau Mario Tozzi e Roberto Ippolito foto Maurizio Riccardi Pallavicini si vedono tre fabbricati che si troverebbero sopra una necropoli monumentale romana. Le costruzioni possono stare lì? L’illecito edilizio è un sospetto. L’inchiesta giudiziaria chiarirà se c’è stato. Ma si testa sgomenti apprendendo che ella tenuta ci sono anche delle piscine che sarebbero state realizzate al posto di vasche ornamentali accanto all’antico Oratorio dei Sette dormienti,

Andrea Catarci, presidente del municipio Roma VIII, e Miglio hanno poi disposto accertamenti per un’altra piscina che è stata ingrandita nella villa al III miglio della Regina Viarum di proprietà di Carlo De Martino e della moglie, l’architetto Mariastella Giorlardino, amministratrice unica della Chea, che gestisce attività sanitarie. In questa villa c’è anche una cascata artificiale. E ci sono un tunnel utile per la realizzazione di abitazioni e dodici oblò nel terreno per i punti luce. In attesa delle verifiche di legge, è normale tutto questo? E’ bello?

Ma nel Parco accade di tutto, in modo irregolare: dalla realizzazione di verande all’allestimento di un parcheggio per i campeggiatori. Le inchieste sono in corso. Ma al di là delle responsabilità da provare un dato è fuori discussione. Gli abusi continuano. Nel Parco protetto dell’Appia Antica. Che dovrebbe essere protetto. Esistono stime accreditate dell’illegalità andata avanti senza sosta. Tra il 1975 e il 2001 furono costruiti abusivamente 150mila metri cubi come risulta dal primo rapporto dell’ente. E se ne possono ragionevolmente stimare almeno altrettanti tra il 2002 e il 2011.

Tutto questo stride con un sogno. Un sogno fra l’altro logico: candidare l’Appia Antica a diventare sito patrimonio dell’umanità dell’Unesco, l’organizzazione dell’Onu per la cultura. Sembra assurdo che una strada con gli infiniti gioielli come l’Appia Antica non abbia già questo riconoscimento. Ma per chiederlo e tentare di ottenerlo è indispensabile combattere gli illeciti edilizi. La candidatura a sito Unesco non è pensabile continuando ad avere piscine irregolari, tunnel non autorizzati e 2.500 abusi edilizi.

Sentirsi nel proprio cuore sito Uneso ed essere convinti di meritare il riconoscimento significa avere comportamenti coerenti tutti, le istituzioni in testa e i cittadini. Significa essere diversi. Significa essere migliori nei confronti dell’Appia Antica e nell’Appia Antica.

Il titolo di sito Unesco non sarà dunque tanto il risultato di una procedura formale. E il Parco non deve camminare da solo. Roma deve recuperare una diversa qualità della vita. Deve rimediare all’inaridimento culturale di questi anni. Per Roma come per l’Italia ci deve essere un futuro chiamato Appia Antica.

 

Foto di Maurizio Riccardi

Prima striscia – 1) Sergio Frau, Mario Tozzi, Umberto Croppi,  Niccolò Bassetti, Roberto Ippolito, Giuseppina Pisani Sartorio e Gaetano Benedetto 2) Niccolò Bassetti e Roberto Ippolito

Seconda striscia – 1) S.Frau, M.Tozzi, U.Croppi,  N.Bassetti, Roberto Ippolito, G.Pisani Sartorio e G.Benedetto 2) G.Benedetto, G.Pisani Sartorio,Roberto Ippolito e N.Bassetti

Terza striscia – 1) S.Frau, M.Tozzi, Roberto Ippolito, U.Croppi, G.Benedetto, G.Pisani Sartorio e N.Bassetti 2) Niccolò Bassetti e Roberto Ippolito

Quarta striscia – 1) Roberto Ippolito e Umberto Croppi 2) Sergio Frau, Mario Tozzi e Roberto Ippolito




 

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