niente male. I panini più cheapprezzabili. Ma, su questa terra, tutto finisce. E un triste giorno il panettiere di Beinasco, abitante a Nichelino, alle porte di Torino, non è più fra noi. Attività sospesa. Per Giovanni F. è un mesto addio alle fatiche quotidiane.
E il dolore di chi resta a volte è accompagnato perfino da episodi sfortunati. L’auto della sua compagna moldava viene trovata contro un palo. Nella vettura su un biglietto del defunto c’è ancora il numero della partita iva utilizzata, fino all’inizio del 2010, per il suo forno. Un vigile svolge le normali ricerche di rito. E si trova di fronte a un caso singolare: il panettiere è morto solo per il fisco ma non per l’anagrafe.
Si cerca di capire cosa sia successo. Il decesso sarebbe stato comunicato dal nipote con una dichiarazione dei redditi per porre termine a qualunque rapporto con l’erario. Alla fine si comprende che il panettiere è più vivo che mai. Infatti una dipendente dell’ufficio tributi di Nichelino lo trova impegnato nella sua bottega andando a comprare il pane. Insomma, stando alla ricostruzione, il morto era morto solo per non versare il dovuto.
Ora lui si difende sostenendo di essere vittima di presunti errori degli uffici. Comunque, cosa non si fa per evadere… Gli evasori non sono nemmeno superstiziosi visto che addirittura arrivano a fingersi defunti pur di non pagare le tasse. E pensare che qualcuno, come il viceministro dell’economia ed esponente del Pd Stefano Fassina, ritiene che a volte si evada per sopravvivere. Ma no: non si deve sopravvivere, meglio morti. Meglio togliere il disturbo, per finta, e non farsi importunare dal fisco.
E se qualcuno proprio non ce la fa ad annunciare la propria morte (fiscale), può tentare di limitarsi a scomparire. Il vicino di casa del panettiere ha preferito semplicemente dichiararsi nullatenente, pur essendo proprietario di venti appartamenti. E la guardia di finanza ha i dati su altri tre inquilini dello stesso palazzo sospettati di essere evasori totali. Chissà se ora li spaventerà da morire.
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