“Quo vadis?” chiese Gesù a San Pietro perseguitato e in fuga, fermandolo lungo l’Appia Antica. Passati duemila anni, sulla stessa strada, non c’è più traccia di virtù cristiane: la mattina di martedì 20 gennaio 2016 un’ambulanza è immobile, bloccata nel traffico. Non va. Qui, dove tutto è impregnato di storia, anche il caos di auto, furgoni, camion e moto sembra leggendario essendo così eccessivo.
L’Appia Antica condivide la stessa sorte di una tangenziale, intasata nelle ore di punta e teatro di corse a tutta velocità nei momenti meno concitati della giornata. In fondo è come il malato dell’ambulanza impossibilitata ad andare avanti: spera, nonostante tutto, di stare meglio.
Ora può farlo grazie a un appiglio che si è materializzato il giorno prima dello stop al mezzo di soccorso: l’Appia Antica è uno dei parchi archeologici che insieme ad alcuni musei diventa, in base a una decisione del ministro dei beni culturali Dario Franceschini, un’istituzione autonoma (non più inserita quindi nel sistema delle soprintendenze) con il direttore nominato con una gara internazionale. È la rivoluzione già impostata nell’estate 2015 per venti musei e aree archeologiche.
Gli eccezionali monumenti dell’Appia Antica sognano così tempi migliori, con una gestione manageriale e ben mirata. Il futuro direttore-medico avrà un compito durissimo per rimediare agli oltraggi subiti dalle infinite meraviglie di questa area, oltretutto rovinata da 2.500 abusi edilizi. Per assicurare il godimento dei monumenti, dovrà anche essere capace di comporre il groviglio di competenze amministrative e di proprietà pubbliche e private. Dovrà insomma pilotare soluzioni coordinate e unitarie che solo in parte dipendono da lui. In particolare per il traffico, artefice dell’accerchiamento dell’ambulanza, la responsabilità è del comune. E anche dei cittadini.
Foto di Maurizio Riccardi Agr scattata in occasione del “Tour del brutto dell’Appia Antica” ideato e condotto da Roberto Ippolito domenica 14 giugno 2015 CRONACA VIDEO.