E se uno volesse cercare qualcosa di comune nella cinquina dei libri in lizza per il Premio Strega edizione 2019? Faticherebbe. E ben difficilmente ci riuscirebbe. Anzi un tentativo del genere non sarebbe nemmeno opportuno. La caratteristica degli autori più votati è di non essere assimilabili uno all’altro per i contenuti come per il linguaggio. La miscela scaturita dalle urne è un vero equilibrio: due romanzi storici (Antonio Scurati e Benedetta Cibrario), due storie create (Marco Missiroli e Nadia Terranova), un racconto autobiografico (Claudia Durastanti). È una cinquina che offre mille spunti differenti, tra vicende pubbliche e private, tra aspirazioni e sofferenze. Questa pluralità è importante non solo per l’edizione numero 73 del maggiore riconoscimento letterario, pilotato da Giovanni Solimine e Stefano Petrocchi, presidente e direttore della Fondazione Bellonci. È un dato culturale che offre vitalità, più in generale, all’Italia di questi giorni.

Nella foto da sinistra penultimo Roberto Ippolito con la cinquina Strega, nell’ordine, Marco Missiroli, Benedetta Cibrario, Nadia Terranova, Claudia Durastanti e Antonio Scurati

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Questa la cinquina finalista del Premio Strega proclamata mercoledì 12 giugno 2019 al Tempio di Adriano a Roma:

Antonio Scurati “M. Il figlio del secolo” (Bompiani) 312 voti

Benedetta Cibrario “Il rumore del mondo” (Mondadori) 203 voti

Marco Missiroli “Fedeltà” (Einaudi) 189 voti

Claudia Durastanti “La straniera” (La nave di Teseo) 162 voti

Nadia Terranova “Addio fantasmi” (Einaudi) 159 voti