Vivian Lamarque, l’incanto della vittoria al Premio Strega Poesia
Per dare un segnale di speranza a tutti, aveva chiuso la lettura dei suoi versi con una domanda: “persino” la cicatrice può “un giorno diventare quasi felice?”. Poco dopo, la felicità personale è arrivata sul palco affacciato sul Colosseo, nel Tempio di Venere e Roma, con la conquista della prima edizione del riconoscimento per la poesia generato dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci accanto allo Strega storico della narrativa. Ma è una felicità non solo personale: la serata finale del Premio è l’inedita festa di tutta la poesia italiana che trova una casa per poter esprimere e sviluppare la sua vitalità.
Con “L’amore da vecchia”, la raccolta vincitrice pubblicata da Mondadori, Vivian Lamarque si muove dentro “la vita che va”. In lei c’è “una grazia senza pietà” dice Maria Grazia Calandrone nella motivazione per il Comitato scientifico della sua ammissione alla finale. Alle sue spalle si sono classificati Umberto Fiori, autore di “Autoritratto automatico” (Garzanti); Silvia Bre con “Le campane (Einaudi); Stefano Simoncelli “Sotto falso nome” (Pequod); Christian Sinicco “Ballate di Lagosta” (Donzelli).
Vivian Lamarque si è aggiudicata il neonato Premio Strega Poesia con il 33% dei voti della giuria degli Amici della Poesia. È la percentuale praticamente identica con la quale è stata preferita anche dagli studenti che le hanno attribuito il Premio Strega Giovani Poesia, altra creatura della Fondazione presieduta da Giovanni Solimine e diretta da Stefano Petrocchi. La perfetta coincidenza evidenzia quanto sia netto il risultato. E dice che “L’amore da vecchia” in realtà non ha davvero età.